
Malga Rin Bianco
Prendi un respiro. Annusa la storia.
i profumi, gli odori.
il vento porta la memoria di questi luoghi, tra l'erba che cresce, i Mughi, gli animali all'alpeggio.
La Malga Rin Bianco è una struttura le cui origini sono ricercare probabilmente nei primi alpeggi in quota delle comunità montane nel 1300 ma nulla vieta di pensare che vi fossero attività nei secoli precedenti. Già nelle documentazioni più antiche della Magnifica Comunità Cadorina, ove si stabilì che i boschi di "Mesurina" debbano essere "in comune" tra tutti i cittadini della stessa e non esclusività di singoli paesi od individui, si menzionano prati alti dediti alla pastorizia e conseguentemente l'esistenza di ricoveri per il bestiame ed i pastori.La storia di lotte per i pascoli tra i vari comuni confinanti con Auronzo, cioè Cortina e Dobbiaco, è piena di "rappresaglie" con furti di bestiame, rapimenti e incendi delle strutture, più volte riedificate, fattori che rendono impossibile la datazione della prima edificazione dell'edificio della Malga.

Nei primi del novecento la zona, grazie alla "Barancera" (una selva di Pini Mughi) che insiste sulla Val Rin Bianco bassa, ospitò anche una fabbrica di Mugolio, un olio essenziale pregiato adatto alle patologie respiratorie, che solo i bombardamenti e il successivo ricorso alla farmacia "chimica" spinsero nel dimenticatoio. Nello stesso periodo, durante la Grande Guerra, il ricovero dei pastori fu utilizzato come ospedale da campo.

Come impresso sui travi di colmo dell'ultima copertura esistente ancora oggi, il nucleo principale fu riassettato nel 1921, al termine del conflitto bellico.Negli anni successivi ci furono degli ampliamenti con corpi aggiunti e, nei primi degli ottanta, si capì l'importanza della rivendita di prodotti caseari facilitata dalla vicinanza con la strada panoramica per le Tre Cime di Lavaredo.

Nel 1997 il Comune d'Auronzo di Cadore decise di scindere l'attività pastorizia da quella della rivendita e ristoro, destinando l'edificio "abitabile" ad uso commerciale, predisponendo due bandi per l'affidamento separati. Da tale data, dopo lavori di ristrutturazione interna, fu realizzato un ristorante con annessa rivendita.
Dopo varie vicissitudini legali, nel 2016 vi fu un cambio di gestione successivo ad una gara indetta dall'amministrazione la quale preferì la progettualità che meno interveniva sull'edificato esistente, lasciando quindi intatta la conformazione del corpo principale e altresì proponendo un incremento della ricettività attraverso l'installazione di un gazebo ligneo distaccato e di un "osservatorio" coperto ma senza pareti, ove chiunque potesse apprezzare l'ambiente circostante sia attraverso una visione diretta che tramite un plastico cartografico in scala 1:10.000 con le indicazioni delle principali vette dolomitiche e dei sentieri per raggiungerle. Nei programmi della nuova gestione questi due interventi troveranno compimento nell'autunno 2017, nel frattempo verrà aperta la Biblioteca di montagna ricuperando il sottotetto dell'edificio, portando quella che era una struttura finalizzata al solo ristoro verso un profilo più socialmente utile, un nuovo baluardo della cultura montana.